Il nome di padre Heriberto García Arias si è imposto all’attenzione del web per la sua missione speciale: l’uso dei social per evangelizzare.
Heriberto García Arias è un sacerdote cattolico messicano, che ha trasformato le piattaforme digitali in un “pulpito virtuale”, per raggiungere milioni di persone con un messaggio di fede accessibile e moderno, senza mai perdere di vista la sua vocazione e l’obbedienza alla Chiesa. Conosciamolo meglio.
Biografia, formazione e vocazione di Heriberto García Arias
Nato nel 1988 a San Francisco de Asís, Jalisco, Heriberto García Arias è cresciuto in una famiglia appassionata di charrería, sport tradizionale messicano. Anche lui ha praticato questa disciplina, allenandosi anche al rancho “Los Tres Potrillos” di Vicente Fernández.
Durante l’adolescenza, nonostante avesse una fidanzata, ha sentito dentro di sé la chiamata al sacerdozio dopo un invito di un prete. Così ha scelto di frequentare il Seminario Maggiore di San Juan de los Lagos, e successivamente ha studiato Comunicazione Sociale Istituzionale presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, dove in seguito si è stabilito per ricoprire diversi ruoli ecclesiali.
Il ruolo ecclesiastico e l’impatto della sua presenza sui social
Ordinato nel 2016, è diventato una figura di spicco come “missionario digitale”, utilizzando i social per evangelizzare, in particolare tra i giovani. Con oltre 2 milioni di follower su TikTok, ed un significativo seguito su Instagram e su YouTube, si è imposto all’attenzione del popolo web, per il suo approccio diretto, autentico e vicino al linguaggio dei più giovani, affrontando temi come: fede, aborto, femminismo e spiritualità.
Heriberto García Arias prima di diventare un nome popolare sui social, è stato portavoce e direttore delle comunicazioni della Cattedrale Basilica di San Juan de los Lagos, Jalisco, e ha lavorato nella pastorale giovanile.
Durante la pandemia, nel 2020, ha iniziato a condividere omelie su TikTok, trovando un modo innovativo per raggiungere i fedeli, e non solo. Nel giro di poco tempo, la sua popolarità è cresciuta rapidamente grazie al suo carisma ed alla capacità di parlare in modo semplice e umano.
Dopo aver costruito un significativo seguito sui suoi profili social, si è impegnato a mantenere saldo il legame attraverso la pubblicazione di video e condivisione di riflessioni, inoltre fornisce risposte a domande su temi complessi, come l’infedeltà (che considera perdonabile se c’è pentimento) ec altri argomenti controversi.
Il sacerdote ha pubblicato il libro “Misioneros digitales e Hablando con Heriberto García Arias. Confesiones de un sacerdote digital” (2024, Publicaciones Claretianas), in cui ha condiviso la sua esperienza di evangelizzazione digitale. Come figura autorevole a preso parte ad eventi religiosi in linea con la sua figura digitale. Un esempio è offerto dalla sua partecipazione al Giubileo dei Missionari Digitali e Influencer Cattolici a Roma (28-29 luglio 2025).
Dove vive?
Dovrebbe vivere a Roma, dove ha proseguito i suoi studi, presso la Pontificia Università della Santa Croce, nella Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale. Si è trasferito a Roma a partire dal 2022 per completare la sua formazione accademica, dopo aver servito come sacerdote e portavoce presso la Cattedrale Basilica di San Juan de los Lagos, in Messico. Durante il suo soggiorno in Europa, ha esercitato il suo ministero anche in Spagna ed Italia.
Curiosità su Heriberto García Arias
– Appassionato di charrería, sport e nuoto, García ha fornito di sé il profilo di un prete felice e realizzato. Il padre ha sempre manifestato una fede autentica, che traspare nei suoi contenuti. Nonostante i commenti sul suo aspetto fisico, mantiene il focus sulla missione evangelica, evitando tentazioni di vanità.
– Attraverso il suo Instagram, i video su YouTube e quelli condivisi dal suo account TikTok, il sacerdote messicano cerca di portare avanti la sua missione religiosa, votata alla condivisione di riflessioni e valori legati alla fede.
– García ha sottolineato più volte di non voler essere seguito per sé stesso, ma di guidare le persone a Cristo, obbedendo al suo vescovo e mantenendo l’umiltà nonostante la popolarità. Dedica solo un’ora al giorno ai social per bilanciare il suo ministero sacerdotale e gli studi.
– Con il suo approccio social finalizzato all’evangelizzazione, ha avuto un grosso impatto, ispirando molti giovani a riavvicinarsi alla fede. Ma alcune testimonianze hanno rivelato di aver intrapreso il cammino verso il sacerdozio, grazie ai suoi messaggi.
– Il suo interagire in modo diretto con i suoi seguaci lo porta ad essere molto attivo sui suoi canali social, dove riceve in generale numerosi messaggi settimanali. Ma allo stesso modo cerca di offrire il miglior supporto spirituale a chi è lontano dalla Chiesa.
– La sua comunicazione digitale è al passo con i tempi. Infatti è solito usare filtri e linguaggi moderni, ma si concentra sul messaggio evangelico, evitando di consumare contenuti digitali per dedicarsi alla creazione.
– La sua popolarità come “sacerdote digitale”, gli è costata non poche critiche, principalmente legate al suo approccio non convenzionale ed alla presenza massiccia sui social. Infatti, alcuni cattolici tradizionalisti hanno mosso critiche alla sua scelta di utilizzare piattaforme come TikTok, considerate da alcuni frivole o poco adatte ad un sacerdote. Il suo stile informale e moderno è apparso ai suoi detrattatoti come troppo “mondano” e distante dalla solennità tradizionale del ruolo sacerdotale.
– La grande esposizione personale del sacerdote messicano lo ha portato ad acquisire grande popolarità, che unita al suo aspetto fisico, ha attirato accuse. Tra le critiche più accesse contro di lui, ci sono quelle relative al suo spettacolarizzare la religione, riducendo messaggi complessi a contenuti brevi ed accattivanti per i social. Ma García ha ribadito di voler indirizzare i follower verso Cristo e non verso sé stesso. Le sue giustificazioni non hanno convinto i più critici, che hanno continuato a vedere nella sua presenza mediatica un rischio di auto-promozione.
